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Il contributo del Counseling in ambito psicopedagogico

Bolzano – 22 Ottobre 2016

 

Abstract dell’intervento della Dott.ssa Annamaria Napoletano

IL CONTRIBUTO DEL COUNSELING IN AMBITO PSICOPEDAGOGICO

Il counseling si domanda come poter valorizzare quello scambio di relazione, così fondamentale per chi trasmette il proprio sapere e la propria esperienza umana e chi può recepire e usare creativamente nel futuro quel bagaglio culturale e relazionale.  E, soprattutto, si concentra sulle modalità e gli strumenti utili e necessari nella relazione con questa persona, questo “ fiore che sboccia”, che cerca ascolto, che chiede di essere visto come una persona e aiutato a “diventare”.

Nel mio intervento vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che sono alla base dell’approccio psicocorporeo relazionale del counseling quando ci rivolgiamo al mondo psicopedagogico.

Vorrei portare la vostra attenzione sulla modalità concreta – come la definiamo noi – di fare esperienza insieme, non di raccontarla.

Per noi, infatti, è importante facilitare gli educatori nel loro lavoro:

• aiutare chi aiuta a formare le capacità, le competenze, e, non ultima, la personalità dei nostri giovani…; ovvero quei professionisti che, pur se competenti nelle proprie materie, necessitano di “ nuove e/o ulteriori competenze relazionali ed emotive “;

• sviluppare abilità, capacità di “mettere al centro“ della relazione lo studente-persona;

• favorire la relazione nel team di lavoro: la gestione dei conflitti, l’accoglienza delle differenze.., nella relazione tra allievi, insegnanti–allievi, insegnanti–genitori, e scuola–insegnanti;

• far incontrare i “vecchi” – ma non obsoleti – linguaggi comunicativi tradizionali e i nuovi, quelli dei giovani di oggi;

• imparare a vedere, e osservare cosa accade nella relazione con l’altro e/o con il gruppo; attraverso un metodo, uno strumento nuovo, che si chiama “videointervento” (che vi presenteremo) .

Sostenere e accompagnare gli studenti nel loro percorso di crescita:

• fare comunicazione insieme agli studenti – dal bambino al giovane – ; attraverso laboratori esperienziali e formativi dedicati all’interazione/relazione, all’empatia, all’ascolto, all’espressione di sé a livello verbale e non verbale;

• attivare l’apprendimento cognitivo a partire dalla fiducia e dalla curiosità;

• offrire libertà di espressione alle emozioni e gestire l’ansia e la timidezza come forze e non come impedimenti;

• monitorare la coesione e l’armonia del gruppo;

• scoprire insieme il piacere della conoscenza, con la mente e con il cuore.

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