Per Olos il piacere è la forza creativa della vita; in quest’ottica si interroga su che cosa significhi per le persone vivere il piacere, e come il piacere, la felicità, il benessere ma anche le nuove paure siano collegate al mondo attuale, e in quali modi diversi. …
Alcuni analisti francesi sostengono che stiamo passando da una prospettiva del futuro basata sul desiderio, ad una prospettiva basata sull’idea della minaccia, del pericolo.
Secondo la visione di Olos il piacere è una componente fisiologica basilare della persona: è nutrimento; quell’ingrediente che dà un senso di unità, di salute e di espansione, sia all’organismo/persona che alla relazione che egli ha con gli altri e l’ambiente.
Ed è un diritto fondamentale di ogni essere umano, un valore esistenziale e sociale da trasmettere.
Secondo questa visione, la persona
1) ha in sé risorse e forza intrinseca che la guidano verso il piacere, il benessere, la costruzione, l’evoluzione, la realizzazione di sé. Questa tendenza si esprime nel presente della persona
2) ha un organismo – corpo/mente – con una grande potenzialità comunicativa; infatti comunica e sente, nella sua autoregolazione cerca il piacere, il nutrimento; cerca di far funzionare le varie parti in modo sinergico; sviluppa, crea salute attraverso processi organismici intelligenti
3) può cercare e vivere il piacere, ad iniziare dal presente, nel qui e ora del suo tempo esistenziale
4) trova nelle relazioni con gli altri una delle fonti di piacere fondamentali per l’essere umano.
L’Associazione Olos cerca di portare il suo contributo culturale alla qualità della vita della persona attraverso esperienze diversificate, sviluppate in numerosi ambiti; tra esse in particolare il Counseling.
A questo proposito è bene sottolineare due aspetti:
1) È importante aiutare l’individuo/persona ad aiutarsi nel cogliere “quello che c’è“ nella propria vita. Quello che è già presente, che è buono, che funziona.
Questa parte di esperienza è troppo spesso sottovalutata, banalizzata. Il counseling aiuta a dare valore a chi egli è, come è, come si muove nella propria vita, e quello che gli arriva dalla vita in termini di relazioni e di esperienze: tenerlo con sé, dentro di sé è una esperienza di piacere. Eppure, paradossalmente, è una esperienza difficile. Poiché mentalmente tutti vogliono vivere più piacere, ma nella realtà è difficile riuscire a sentirlo e pensarlo.
Coltivare “quello che c’è” significa prendere contatto, sentirlo, riconoscerlo, raccoglierlo, promuoverlo, prendersene cura e dargli un valore, un significato di senso: questo è fonte di piacere e di nutrimento per sé; questa è una fondamentale azione di aiuto nel Counseling.
2) È fondamentale aiutare la persona a cogliere, scoprire, proteggere e garantire quelle che sono le aree buone per sé, le fonti di piacere che ci sono, anche se piccole, nel momento in cui vive una situazione difficile. Il counseling aiuta a valorizzare quali sono. E quando la persona sta soffrendo, e sente forse tristezza, impotenza, frustrazione, sente dolore, in quei momenti ci sono domande necessarie e utili; ebbene, avere qualcuno che La accompagna in questo bosco esistenziale, come Virgilio per Dante, questo essere con l’altro ha a che fare con un senso di “possibilità di farcela”.
Perché la presenza dell’altro è una radice importante di nutrimento, ed è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi forma di relazione di aiuto. Infatti, nei momenti di difficoltà, quando la persona sente di avere qualcuno vicino, spesso dischiude un sentimento di gratitudine; e impara a vedere che non tutti gli spazi del proprio mondo sono completamente occupati da quella difficoltà, da quel dolore.
Quindi, il Counseling garantisce alla persona una forma di autonomia, di potenza personale, radici di consapevolezza e di azione verso il piacere. Questo è un messaggio pedagogico, sociale, culturale che il Counseling vuole dare.
Il piacere nel rapporto con sé: il radicamento di sé
Per il Counseling a mediazione corporea il corpo dispone di una radice primaria: sentire; sentire il piacere di essere vivi e di sentire pienamente la propria vitalità. E’ un diritto fondamentale. E’ la capacità che l’individuo ha di essere aderente all’esperienza corporea e non distaccato da sé. Dunque, c’é bisogno di ripartire dalla base,”back to basic”, e acquisire strumenti capaci di ridare vita a tutto l’organismo per tornare e ripartire dall’esperienza corporea. In bioenergetica ciò avviene essenzialmente attraverso due strumenti: il lavoro sul respiro e il lavoro sul movimento.
Si lavora per permettere a quella che si chiama tecnicamente “l’onda del respiro” di attraversare tutto il corpo, e di ampliare così la sensazione di piacere che ogni movimento e ogni esperienza porta con sé.
Il piacere e la relazione con l’altro e con l’ambiente
Interpretare e comprendere la parola piacere ha a che fare anche con il senso, profondo, di essere in relazione. Dello stare con l’altro. Edward Tronich, che studia la relazione precoce madre–bambino, delinea lo stato diadico di riconoscimento: il bambino ha bisogno di sentire la sensazione di essere riconosciuto altrimenti non cresce. E, per quanto non sia più bambino, anche l’individuo adulto, quando sia in un passaggio difficile della vita è importante che entri in “stati diadici”. Quegli spazi in cui c’è corresponsione, riconoscimento, quando egli sente che qualcun altro lo ha capito e lo accompagna; ed è pronto a fare il passo successivo. Questa connessione, questa relazione crea empatia e tutto il suo organismo sente piacere: il piacere di essere con l’altro, visto, capito, sentito; lo sente vicino. Questa vicinanza è fonte di piacere profondo per sé.
Dunque, il piacere non viene da solo, e la relazione con l’altro è il fondamento dell’esistenza e del piacere.
In questo nuovo scenario complessivo il Counseling PsicoCorporeo Relazionale affronta il piacere come forza creativa del mondo interiore della persona – in cui parte dall’ascolto del corpo – e del mondo esteriore, pragmatico e relazionale, dove si concentra sulle scelte, le azioni e le esperienze concrete. Il counseling restituisce al piacere il posto e il valore che può avere nella vita concreta e quotidiana della persona, integrando pertanto le polarità “apparentemente” antitetiche di sé, ma biologicamente connesse: il piacere e il dolore.
Il counselor aiuta in questo. Sostiene la persona nel suo percorso: imparare come poter sentire, vedere e riconoscere “quello che c’è” nel presente della sua vita, la libertà di immaginare e progettare quello che è buono per sé rispettando la propria individualità.
Dunque, le esperienze di piacere nella vita della persona non possono nascere da buone ricette valide per tutti, ma nascono dall’autoconsapevolezza e dalle scelte individuali di ognuno.
E’ un approccio originale e creativo alla vita. E’ un modo di essere.