Testimonianza di Laura Lepore
Laura Lepore
Qualche anno fa ho scelto di intraprendere il corso di counseling di Olos perché avevo già
frequentato con esito positivo alcuni seminari esperienziali organizzati e tenuti
dall’Associazione, vicini alla mia sensibilità e ai miei interessi.
Uno degli elementi che hanno significativamente concorso alla scelta di OLOS è stato
anche il fatto che avevo avuto modo di conoscere alcuni docenti di questa Associazione e
Scuola – sia nei seminari che in altri contesti professionali – e apprezzato la loro
professionalità, metodo e passione.
Inoltre gli approcci umanistico e psicocorporeo mi sembravano affini ai miei interessi e
anche alla mia formazione e attività di ricerca come antropologa, che si è sviluppata
soprattutto nell’ambito dell’antropologia medica e dell’etnopsichiatria.
La centralità del corpo nell’esperienza umana dell’inculturazione è un tema fondamentale.
Il corpo, lungi dall’essere una entità data, naturale, è invece il frutto di un lungo processo
di incorporazione della realtà culturale da parte degli umani. Incorporazione è insomma la
parola chiave che in antropologia descrive il procedimento attraverso cui conosciamo il
mondo e allo stesso tempo diamo forma al mondo.
Quindi lo stimolo ad avvicinarmi ad un approccio psicocorporeo nasceva da una parte
dall’interesse ad approfondire meglio una teoria psicologica e della realtà umana ma
anche dall’interesse a “farne esperienza” e “incorporarla”.
Le diverse attività seguite e sperimentate durante il corso mi hanno aiutato ad
approfondire la comprensione e la consapevolezza della mia esperienza del e nel mondo
esterno, a sviluppare e migliorare il contatto con il mio mondo interiore, con la mia
dimensione sensoriale e con il mio io-pelle.
Il confronto e il lavoro sia individuale che nel gruppo, cosi come i contenuti della
formazione, le classi di bioenergetica, il training autogeno, l’esplorazione dei canali
immaginativi e simbolici, mi hanno dato nuovi stimoli nel rielaborare e dare nuovi
significati alla mia storia personale, a trovare nuove chiavi di lettura, ma anche a
confrontarmi in maniera utile con le storie di vita degli altri con le quali ho potuto risuonare
e apprendere.
Lavorare nel gruppo sulle biografie, a volte traumatiche, in modo così profondo e “caldo”,
ma con adeguata guida e sostegno, è stata una sfida, un impegno, ma soprattutto una
grande opportunità di crescita personale e una riserva di grandi emozioni.
Il tempo dedicato invece ad studiare e ad esercitare le tecniche di ascolto e di
comunicazione da utilizzare nei colloqui di counseling, mi ha aiutato a fare maggiormente
grounding quelle che erano le mie attitudini pregresse all’ascolto, ma anche a calibrare
con maggiore attenzione le mie interazioni comunicative. Inoltre queste esperienze mi
hanno permesso di arricchire ed integrare le posture e metodologie etnografiche
dell’ascolto e dell’ osservazione dell’Altro.
Certamente durante il corso di counseling – scelto per un percorso di crescita personale e
non a fini immediatamente professionali – la tensione e il dialogo (spesso il conflitto) tra
psicologia e antropologia sono stati sempre vivi in me ed espressi sia con i docenti che nel
gruppo, anche se alcune domande continuano ancora ad interrogarmi e stimolarmi.
Quanto ai docenti del corso, ritengo che siano stati complessivamente tutti molto
professionali e generosi, disponibili anche ad affrontare alcuni momenti critici che il gruppo
ha vissuto rispetto ad alcuni aspetti organizzativi e formali.
In un solo caso non mi sono trovata in sintonia con lo stile comunicativo, relazionale e i
contenuti di uno dei docenti.Concludo dicendo che la mia esperienza umana è stata molto positiva, utile, arricchente e
stimolante.