Testimonianza di Pietro Parisi
Pietro Parisi
Come ho deciso di fare il corso di Counseling? E’ passato ormai del tempo ed allora vivevo una serena situazione familiare (una moglie ed una bimba che adoravo) a cui si univa una condizione professionale eccellente che mi permetteva una discreta condizione economica. Di cosa potevo lamentarmi? Apparentemente tutto attorno a me sembrava andare per il verso giusto, ma le risposte che mi davo alle domande che la vita mi poneva avevano sempre meno senso. Insoddisfazione, disagio, confusione, sforzo erano le parole che esprimevano meglio la mia condizione interiore. Chi ero veramente? Cosa Volevo? Che senso dare alla mia vita? Erano solo alcune delle domande che mi ponevo. Avevo la sensazione che le fondamenta stesse su cui avevo costruito la mia vita si stessero sgretolando. Era questa la mia condizione psicologica in cui mi trovavo. Per un puro accadimento della vita, insieme ad alcuni miei colleghi di lavoro, partecipai ad un seminario di lavoro che mi diede la possibilità di conoscere Annamaria e Lorenzo. Ad una mia richiesta mi fu proposto di intraprendere un percorso che mi aiutasse a far luce sulle mie dinamiche personali attraverso il lavoro su di sè, l’autoascolto, l’accettazione dei propri limiti, la fiducia nelle risorse che ognuno di noi possiede. Capii che questo poteva essere un percorso che mi si confaceva perchè univa aspetti prettamente di studio, necessari per acquisire un nuovo linguaggio, ad aspetti di tipo pratico, di cui avevo assoluta necessità. Non ho deciso dunque di fare il corso di Counseling come sbocco professionale futuro ma come percorso di autoconoscenza.
Quanti orizzonti mi si spalancarono da allora. che sorpresa scoprire che il processo di autoconoscenza parte dal prendere innanzitutto coscienza del proprio corpo! Vedere, sentire, gustare…le sensazioni come primo passo che mi mette in comunicazione con il mondo e mi rende cosciente attraverso l’esperienza dell’altro da me. Prendere confidenza con il proprio mondo delle emozioni, riconoscerle come necessarie ed indispensabile all’esperienza umana ed imparare a non identificarsi con esse ma a accettarle per quello che sono perchè diventino un punto di forza. La mente, il pensiero, la fantasia, l’immaginazione… e considerare che tante scoperte sono state fatte in quel microcosmo che poi sono gli altri colleghi che hanno intrapreso il tuo stesso percorso di counseling. lo stesso rapporto con loro, man mano che si andava avanti, che evolveva da un iniziale livello di quasi diffidenza ad un rapporto impregnato di profondo affetto se non di amore fino a chiedersi poi perché tutto questo poi non poteva essere rivolto verso il mondo. Che percorso è stato fatto! Cosa è cambiato? In realtà il percorso intrapreso ha dato impulso ad un processo che come tale poi continua per tutta la vita. Un processo che sembra seguire un filo che lega la propria personalità nella sua interezza e che ha integrato le sue componenti al proprio essere più profondo che lascia trasparire scenari inaspettati e densi.
Ho poi trovato le risposte? In realtà non credo fosse questo poi il problema di allora, semplicemente mi sono posto domande completamente nuove, usando un linguaggio diverso senza avere poi la pretesa di avere le risposte, perché queste a volte non sono necessarie e, se lo sono, spesso non sono comprensibili almeno con la mente anche se non giudicante. A causa di ciò provo profonda riconoscenza e gratitudine verso tutti coloro a cui mi sono accompagnanto in questo viaggio, i miei compagni di corso, i miei insegnanti che hanno tracciato un percorso e dato un indirizzo.